Con la legge forestale della Toscana (legge regionale 39/2000) e successive modifiche, e il relativo Regolamento forestale della Toscana (D.P.G.R. n. 48/R dell’8 agosto 2003), nonché il Piano Regionale Agricolo Forestale, la Regione Toscana ha normato l’intero settore forestale.
Il Piano di gestione e il piano dei tagli è disciplinato dall’art 48 della L.R.T. 39/00.
Il taglio del bosco può essere attuato sulla base di un piano di gestione della durata minima di dieci anni che preveda fra l’altro:
- a) la coltura e l’assestamento dei boschi;
- b) il piano dei tagli e la ripresa legnosa;
- c) le opere connesse all’attività forestale.
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Progetti di successo
All'origine di ogni progetto di successo c'è sempre una buona idea, che deve essere valutata con un progetto di fattibilità.
Il regolamento forestale disciplina le modalità per la redazione del piano di gestione e del piano dei tagli.
Il piano dei tagli, eventualmente ricompreso nel piano di gestione, è obbligatorio per le superfici boscate di un corpo aziendale che comprende boschi di superficie accorpata superiore a 100 ettari.
Piano di gestione e piano dei tagli
Il piano di gestione e il piano dei tagli possono, per esigenze motivate, prevedere interventi in deroga alle disposizioni del regolamento forestale secondo quanto indicato dal regolamento stesso.
I piani di gestione, i piani di taglio sono redatti secondo i principi della gestione forestale sostenibile.
Il Piano di Gestione del complesso “Foresta Comunale del Lagastrello”, con validità per il decennio 2020-2029, indica gli indirizzi gestionali ritenuti più appropriati al fine di mantenere l’efficienza ecologica delle formazioni forestali presenti e definisce gli obiettivi che si vogliono perseguire nel medio periodo, gli orientamenti di gestione e le operazioni necessarie alla realizzazione di tali scopi.
Il Piano di Gestione comporta una divisione funzionale della foresta di proprietà comunale che costituisce l’ossatura su cui si articolano la programmazione e l’esecuzione degli interventi stessi.
Questo strumento di pianificazione, coerente con gli obiettivi e le prescrizioni contenute nella pianificazione dei livelli superiori (Regolamento forestale, Piano AIB, Piani di gestione delle aree protette o dei siti Natura 2000, Piano di Assetto Idrogeologico, ecc.), tende ad aumentare la biodiversità complessiva della foresta comunale, alla rinaturalizzazione delle formazioni stesse ed al contempo garantisce e migliora la fruizione turistica di questo territorio.
La formazione forestale presente è rappresentata principalmente da cedui invecchiati di faggio, sufficientemente invecchiati da costituire una vera e propria fustaia transitoria.
Indirizzi operativi di buone pratiche di gestione e per la riduzione degli eventuali rischi connessi ai cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici rappresentando una grave minaccia agli ecosistemi forestali, mettendo in pericolo la salute e la sopravvivenza di interi ecosistemi naturali da cui dipendiamo per aria, acqua e anidride carbonica. Allo scopo di minimizzare i possibili effetti negativi causati dai cambiamenti climatici e migliorare l’efficienza funzionale del bosco, nei Piani di gestione pubblici è necessario promuovere la resilienza delle aree forestali conservandone la biodiversità e i valori ambientali.
Durante le operazioni di taglio e gli interventi programmati, è necessario mettere in atto accorgimenti operativi definiti dalle “buone pratiche di gestione”.
Il Piano di gestione, dunque, si pone anche l’obiettivo di favorire la diversificazione strutturale della foresta e l’aumento della biodiversità, tenendo conto dei possibili rischi derivanti dai cambiamenti climatici.
Particolare attenzione sarà riposta all’aumento della complessità strutturale dei soprassuoli per creare condizioni ecologiche diversificate favorevoli all’aumento della biodiversità di piante vascolari del sottobosco e di licheni. A tale scopo, durante le operazioni di diradamento selettivo si provvederà all’apertura di radure delle dimensioni di circa 15×15 allo scopo di creare le condizioni di illuminazione favorevole allo sviluppo di licheni e piante erbacee eliofile. All’interno delle radure saranno rilasciati a terra porzioni di piante abbattute e/o la creazione di piccole cataste atte a favorire la formazione nel tempo di necromassa, importante per gli stadi larvali di insetti saproxilici e rifugio per la fauna.
Per aumentare la diversità dell’avifauna e dei piccoli mammiferi che svolgono parte del loro ciclo vitale all’interno di cavità di alberi è necessario prevedere il mantenimento dei soggetti di faggio di grandi dimensioni e ramificati che presentano cavità sul fusto, o realizzare le cavità e/o catini basali su soggetti appositamente individuati.